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mercoledì 20 luglio 2011
mercoledì 22 giugno 2011
martedì 17 maggio 2011
lunedì 16 maggio 2011
martedì 10 maggio 2011
Contesto sociale: Partnership al progetto
Animati da una grande passione per la musica, Giuseppe Tillieci e Emanuele Cefalì hanno reagito con forte entusiasmo alla mia proposta di individuarli come miei sostenitori per il progetto di un centro per la musica.
Giuseppe Tillieci, laureato in Audio Engineering presso il SAE Institute Rotterdam e, da non molto, fondatore di uno studio di mastering e mixaggio, l'EnissLab (sito internet in costruzione), è stato coinvolto nello sviluppo programmatico del progetto per quanto riguarda l'aspetto tecnico: sala mixaggio, sala mastering, aule per lezioni di ingegneria audio e workshop.
Emanuele Cefalì, laureato al DAMS presso l'Università Tor Vergata e in musica jazz al Conservatorio di Musica "Licinio Refice", è musicista, insegnante e tecnico del suono. Basandosi sulla sua esperienza ha condiviso e rafforzato l'idea di creare degli spazi per eventi live in modo da rendere l'edificio un luogo non solo per gli addetti ai lavori ma parte integrante del contesto sociale. Oltre alle aule per le lezioni di ingegneria audio potrebbero essere previste anche aule per corsi di fonia di strumenti musicali. Inoltre, facendo parte della band Torpedo, ha trovato di notevole interesse la proposta progettuale degli alloggi riservati ai gruppi musicali.
Giuseppe Tillieci, laureato in Audio Engineering presso il SAE Institute Rotterdam e, da non molto, fondatore di uno studio di mastering e mixaggio, l'EnissLab (sito internet in costruzione), è stato coinvolto nello sviluppo programmatico del progetto per quanto riguarda l'aspetto tecnico: sala mixaggio, sala mastering, aule per lezioni di ingegneria audio e workshop.
Emanuele Cefalì, laureato al DAMS presso l'Università Tor Vergata e in musica jazz al Conservatorio di Musica "Licinio Refice", è musicista, insegnante e tecnico del suono. Basandosi sulla sua esperienza ha condiviso e rafforzato l'idea di creare degli spazi per eventi live in modo da rendere l'edificio un luogo non solo per gli addetti ai lavori ma parte integrante del contesto sociale. Oltre alle aule per le lezioni di ingegneria audio potrebbero essere previste anche aule per corsi di fonia di strumenti musicali. Inoltre, facendo parte della band Torpedo, ha trovato di notevole interesse la proposta progettuale degli alloggi riservati ai gruppi musicali.
sabato 7 maggio 2011
domenica 17 aprile 2011
Loren Pope House - F. L. Wright
La Loren Pope House è un esemplare significativo delle case usoniane realizzate da Wright. Essa riproduce le caratteristiche tipiche di questa architettura, che si può riassumere nello schema ad L: la pianta è accuratamente organizzata secondo aree funzionali separate, con la camera da letto e gli ambienti di pranzo soggiorno completamente aperti verso il giardino, in cui si aprono i lati interni della L, mentre i lati verso la strada o le strade sono quasi completamente chiusi.
Questo schema è fondamentale nell'impianto dell'abitazione wrightiana in quanto evidenzia dei vantaggi rispetto ad uno schema rettangolare:
- è estendibile lungo le ali;
- ha 6 possibili punti luce invece di 4;
- essendo un ibrido con un sistema a corte ha un ambito esterno più chiuso e un ambito interno più raccolto.
- è estendibile lungo le ali;
- ha 6 possibili punti luce invece di 4;
- essendo un ibrido con un sistema a corte ha un ambito esterno più chiuso e un ambito interno più raccolto.
Altri elementi caratteristici erano una fondazione a piastra di cemento, le pareti formate da tre strati di legno, una semplice soletta come tetto con sistema di ventilazione.
Il “nocciolo centrale”, cioè il “core” è un elemento caratteristico ricorrente nella concezione architettonica di Wright: esso è l’elemento non solo funzionale, ma anche e soprattutto simbolico unificante.
Nelle Prairie Houses, per esempio, il nocciolo centrale, cioè il cuore della casa, è il camino, emblema della casa moralmente integra: esso dà all’uomo confort, sicurezza e calore sociale. Dal camino lo spazio “esplode” verso l’esterno e realizza una perfetta fusione tra interno ed esterno.
Anche nella Casa sulla Cascata il cuore della casa è il camino, realizzato in pietra locale grezza, in contrasto con la liscia finitura dei balconi in calcestruzzo. La casa celebra l’ossessione americana della vita libera in mezzo alla natura, secondo la metafora dell’albero, come emblema delle libertà umane radicate in principi morali.
Questa concezione mistica della natura è l’opposto della concezione rinascimentale che pone l’uomo, non la natura, al centro di tutte le cose.
Nel Museo Guggenheim, invece, il “core” è il grande spazio cavo interno, illuminato dall’alto, attorno a cui si avvolge la rampa lungo la quale sono esposte le opere d’arte.
Il termine “usoniano” è stato coniato da Wright e significa “statunitense”, “americano”. Nella visione di Wright la città adatta per l’”Americano” è una città diffusa in cui ad ogni abitante viene assegnato un acro di terra – la città ideale da lui pensata si chiama infatti BroadACRE city per questo motivo. All’interno dell’acro si realizza la casa usoniana che rappresenta un vero e proprio stile di vita a contatto della natura; la casa è radicata nel suolo (in contrapposizione al grattacielo, vera invenzione urbana americana) e ispirata al genius loci dell'ambiente circostante. Essa, inoltre, funzionale in tutte le sue parti, rappresenta, per i suoi costi relativamente bassi, un modo per affrontare la realtà economica e sociale conseguente alla grave crisi economica del 1929 e degli anni seguenti. Infatti la sua formula fu ben presto adottata dagli imprenditori edili e pubblicata nei cataloghi per case economiche.
Ha scritto, a tale proposito, Wright nell’ Autobiografia: “Una dimora modesta, questa casa usoniana, una dimora che non si preoccupa affatto del ‘grandioso’, ma che si estende parallelamente al terreno. Sarà una compagna dell’orizzonte. Inutile dire che è creazione di architetti. […] Io penso che la massaia americana sensibile alle cose della cultura, ossia la massaia usoniana, figurerà bene in questa casa. E l’ormai inevitabile automobile farà parte di essa.
Dove finisce il giardino e dove comincia la casa? Là dove il giardino comincia e la casa finisce.
Inoltre, l’abitazione usoniana è innamorata della terra, grazie a questo nuovo senso dello spazio, della luce e della libertà, al quale i nostri Stati Uniti hanno diritto”.
Inoltre Wright scrive: “Vedo, in questa linea orizzontale prolungata, il vero orizzonte della vita umana”.
Nelle Case usoniane il lotto di terreno è abbastanza ridotto rispetto alla tipiche “Case delle Praterie”, ma l’integrazione tra architettura e natura, nella fattispecie tra casa e giardino resta sempre armonica e completa. Le case usoniane progettate e costruite da Wright negli anni ’40 “rappresentano la più elegante e sottile interpretazione del sogno “trascendentale” mirante a superare il suburbio”, cioè i casermoni di abitazione che circondavano i centri abitati.
Nell’ottocento in America si era diffuso “un bel sogno”, il mito secondo il quale ogni uomo sarebbe stato in grado di vivere libero in comunione con la natura, felicemente democratico, sereno e sicuro nella sua casa, nel proprio appezzamento di terra. Questo sogno trovò attuazione concreta proprio nei progetti della Prairie Houses di Wright nel primo decennio del ‘900. Realizzato, poi, attraverso i progetti delle Usonian Houses degli anni ’30 e di Broadacre, veniva esteso al di là di una committenza economicamente elitaria e posto alla portata di tutti.
La concezione di Wright si ispira al “trascendentalismo”, movimento religioso, etico e filosofico promosso in America da R. W. Emerson agli inizi dell’ottocento sulla base della convinzione che il divino esiste in ciascun uomo. Pensando a Dio, l’azione dell’uomo si svolge nel giusto; e Dio esiste in ogni aspetto della natura, alla quale, quindi, l’uomo deve molto rispetto.
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